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A mio marito, ammalato oncologico da tempo, è stata riconosciuta l'invalidità del 100% e anche l'indennità di accompagnamento in quanto la malattia lo ha reso non autosufficiente. Non è più in grado di lavorare ma non ha raggiunto l'anzianità contributiva per avere diritto alla pensione Io sono casalinga e sono preoccupata per la precarietà della nostra situazione.

Oltre  al riconoscimento dell'invalidità civile (L. 118/1971), Suo marito può usufruire anche dei benefici previsti dalla legge sull'handicap (L. 104/1992), che devono essere richiesti alla ASL di competenza.
Il lavoratore dipendente, autonomo o parasubordinato ha diritto alla pensione di inabilità (L. 222/1984), purché sia in possesso dei seguenti requisiti

  • sia affetto da infermità fisica o mentale tale da provocare l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualunque attività lavorativa;
  • sia iscritto all’INPS da almeno 5 anni;
  • abbia un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, anche non continuativi (260 contributi settimanali), di cui almeno 3 anni (156 settimane) versati nel quinquennio precedente la domanda di pensione.
  • La pensione di inabilità è reversibile ai superstiti. Essa è incompatibile con l’attività di lavoro dipendente o autonomo.
  • La domanda deve essere fatta dalla persona ammalata che sarà sottoposta a visita medico-legale a domicilio in caso di intrasportabilità.