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Come mai l'INPS non paga tutti i giorni di malattia se si tratta di terapia salvavita. Il datore di lavoro deve farsi carico dei primi tre giorni di malattia anche in questo caso, tra un ciclo e l'altro io continuo a lavorare (12 cicli)?

Mi chiedo come mai è preferibile mettersi in malattia dal primo giorno di chemio anche se lavorare è terapeutico se si svolgono mansioni leggere come nel mio caso, sono impiegata. Rientrando a lavorare ogni volta ripartono i tre giorni per il datore di lavoro che preferirebbe stessi a casa lasciando all'INPS i costi della malattia per terapia salvavita. Che soluzione mi suggerite? devo mettermi in malattia dal primo giorno e sentirmi reclusa dovendo sottostare agli orari per i controlli(parliamo di altri sei mesi o più di chemio che sto già affrontando) o che altro?

La previsione di una terapia salvavita riguarda solamente il conteggio delle assenze per il periodo di comporto, ove il contratto lo preveda, ma non incide sulla copertura dell'indennità di malattia da parte dell'INPS; quindi i primi tre giorni a carico del datore rimangono ed è quest'ultimo che potrebbe avere interesse alla scelta di un periodo di malattia unico. In sostanza tutto dipende dal calcolo che il datore di lavoro ha fatto considerando le assenze a suo carico e il tornaconto per la presenza sul posto di lavoro.


 


avv. Gianluigi Moise