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Domande frequenti - Sono un lavoratore malato di tumore. Quali sono i miei diritti e quelli dei miei familiari?

Nel suo caso è possibile il riconoscimento di uno stato di invalidità tra il 71 ed il 90%; raggiungendo il 74% è possibile ottenere l'assegno di invalidità (275,87 euro mensili)

La certificazione di grave patologia viene rilasciata dai medici competenti e non sta alla scuola decidere se riconoscerla o meno.


avv. Gianluigi Moise

QUANTI MESI SPETTANO PAGATI PER INTERO AD UN MALATO ONCOLOGICO?
QUANTI MESI DI MALATTIA SPETTA AD UN MALATO ONCOLOGICO(MIO MARITO) IN CHEMIOTERAPIA HA GIA' FATTO QUATTRO CICLI E ANCORA NE DEVE FARE ALMENO UNO O DUE PER POTER OPTARE ALL'OPERAZIONE CHIRURGICA, E' IN MATALLIA DAL 3/5/2012 TRA VARI RICOVERI, NON RIESCE AD ANDARE A LAVORARE,COSA DEVE FARE? IL SETTORE IN CUI E' ASSUNTO è COMMERCIO E TERZIARIO, MI HANNO DETTO CHE FINO A 9 MESI GLI SPETTA L'INTERA RETRIBUZIONE E' VERO?

Mi risulta che il contratto del settore commercio, salvo diverse norme locali, preveda un periodo massimo retribuito di sei mesi ed un ulteriore periodo di quattro mesi in aspettativa non retribuita, da giustificarsi con consegnando adeguata certificazione sanitaria.


avv. Gianluigi Moise

Terminato il periodo di comparto, che varia a seconda dell'anzianità di servizio, le terapie salvavita permettono di accedere ad un periodo di aspettativa non retribuita di sei mesi frazionabili. 


avv. Gianluigi Moise

Invalidita 100%
Salve sono un ragazzo di 34 anni a maggio sono stato operato per un tumore ad un testicolo, ed ho effettuato la chemioterapia terminata a fine agosto. Mi hanno riconosciuto un invalidità con totale e permanente inabilita' lavorativa 100% art 2 e 12 L. 118/71, e mi hanno riconosciuto la legge 104 come portatore di handicap in situazione di gravità comma 3 art. 3. Io sono un operaio nel settore dell'artigiano. Vorrei sapere se sono obbligato a rispettare gli orari delle visite fiscali dell' inps oppure avendo un invalidità totale non sono soggetto a rispettare gli orari dalle 10-12 e dalle 17-19 Grazie

Nel settore privato l'INPS non deroga all'obbligo di presenza a domicilio; ciò è sicuramente ammissibile se la malattia non dipende dallo stato di invalidità, mentre potrebbe essere contestato se è dipendente dalla patologia invalidante.

contratto determinato in scadenza ,ma mi hanno dignosticato un tumore
ho un contratto determinato in scadenza ,ma ora mi hanno trovato un tumore al colon retto quale sono le mie aspettative per il futuro di ammalato devo fare delle radio terapie chi mi assiste economicamente ho 65 anni e dal prossimo anno 2013 sono in pensione.

La possibilità di ottenere un riconoscimento dell'invalidità civile c'é ma l'importo della pensione è di soli 267,57 euro, per di più soggetti ad un limite di reddito (4.596,02 annui per invalidi al 74-99% e 15.627,22 per invalidi al 100%). Potrebbe essere concesso per il periodo di chemioterapia, se particolarmente debilitante, un'indennità di ulteriori 492,97 euro. Il tutto viene corrisposto dal mese successivo alla domanda.

 Il riconoscimento della necessità di assistenza continua non significa di per sè inidoneità al lavoro; è un classico caso di scuola quello di chi è impossibilitato a deambulare ma svolge attività informatiche. La sola conseguenza potrebbe essere la rivalutazione da parte del "medico competente", nominato dall'azienda, del "piano di lavoro". In pratica potrebbero esserci delle prescrizioni sui tempi stazionamento in certe posizioni, etc.

Il codice 048 le garantisce l'esenzione dal ticket per tutti gli accertamenti e visite connesse con la patologia oncologica.

Come malata oncologica ho qualche diritto per non essere licenziata?
Salve, sono una donna di 44 operata nel 2009 per carcinoma al seno. Sono a t.indet. in una ind. famac. Nel 2010 siamo stati acquistati da un'altra soc. che in 2 anni ha attivato la proced. di mobilità e cassa integraz.Da sett. dovranno fare altri tagli di personale, essendo la mia posizione in esubero, come malata oncologica dove mi posizioneranno nella "griglia" dei tagli? ho qualche diritto in più?

Il posizionamento nelle graduatorie dei tagli dipende dalla contrattazione collettiva, compresa quella decentrata locale e quella aziendale. E' quindi necessario consultare i contratti in vigore nella sua azienda.

Domanda ammissione al rapporto di lavoro a tempo parziale.
Dipendente pubblica ( azienda sanitaria) recentemente sottoposta a chirurgia conservativa della mammella e biopsia del linfonodo sentinella .Ho completato la radioterapia ed attualmente in corso ormonoterapia con LH-RH e tamoxifene . Riconosciuta ridotta capacità lavorativa al 50%. Dovendo fare domanda per ammissione a rapporto di lavoro a tempo parziale chiedo se la mia situazione può ricadere tra le patologie che richiedono terapia salvavita ( punti 150). In attesa di una Vs. gradita risposta invio distinti saluti.

Il diritto al passaggio ad un contratto a tempo parziale esiste sicuramente nel suo caso, anche se dipendente da un accertamento dello stato di invalidità che, mi pare d'aver capito, c'è già stato. 

I certificati sono di competenza del medico che ha in carico il paziente e, nel caso degli ospedali, l'uso del certificato telematico risulta quasi nullo. Il certificato cartaceo è comunque valido.


avv. Gianluigi Moise


 


avv. Gianluigi Moise



Purtroppo nel suo contratto non vi è un diritto all'aspettativa, che rimane una facoltà del datore di lavoro. 

Mia madre (67 anni) si è operata due anni fa per una grave forma di carcinoma alla mammella, ora la terapia ormonale obbligatoria le dà gravi effetti collaterali. Potrei ottenere la 104 per poterla assistere?
Le cure hanno fortunatamente dato esito positivo, ma hanno parzialmente compromesso la funzionalità del braccio destro (9asportazione totale anche dei linfonodi). La terapia preventiva che dovrà fare per 5 anni le causa forti dolori articolari, tendinite a scatto,oltre ad averle aggravato una osteoporosi già abbastanza seria. Non ha parenti che abitino nelle vicinanze o che possano assisterla a parte me e mio padre, che lavora ancora. Come dovrei muovermi per chiedere la 104? Grazie

La possibilità di ottenere i benefici della legge 104 (c.d. handicap in stato di gravità) dipende non solamente dallo stato di invalidità ma anche dalla situazione sociale (mancanza di una adeguata rete familiare, abitazione in zona disagiata o priva di ascensore, distanza da negozi di generi di prima necessità, etc.).

cassa malattia
lavoro con una piccola ditta di manutenzione murarie e vari il mio datore di lavoro,mi assume per tre mesi e cosi via di volta in volta, non versa cassa edile, non vuol sentire parlare di pagare malattia tutti i lavoratori devono sottostare a un regime del terzo mondo. ho avuto un infarto sono sotto osservazione cosa devo fare?

Di fronte a soprusi nel mondo del lavoro, senza avere almeno la garanzia di un contratto a tempo indeterminato, le difese personali (avvocato, sindacato) non garantiscono da successive ritorsioni.

Non può non essere concesso un periodo di malattia che, però, normalmente non può superare i sei mesi, anche frazionati, nell'arco di un anno.


 

A mio padre è stato diagnosticato un tumore "incurabile".
A mio padre è stato diagnosticato un tumore "incurabile", ora sta ancora abbastanza bene, ma ovviamente la situazione è destinata a degenerare, ho diritto a richiedere i permessi L.104 anche se mia madre è in pensione, autosufficiente e automunita

Attualmente, se il grado di parentela dell'assistito non supera il secondo grado, è possibile ottenere comunque i permessi.


 

Non è certamente legale l'invito a licenziarsi ed ella ha comunque diritto al mantenimento del posto di lavoro fino all'esaurimento del periodo di comporto per le assenze da malattia. A secondo del contratto che le viene applicato il periodo di comporto, mai inferiore ai 6 mesi, può essere più o meno lungo; parimenti, a seconda del contratto, vengono riconosciuti maggiori diritti nel caso di gravi patologie.

Ho 40 anni e nel 2006 ho subito una quadrantecnomia per tumore al seno.
Ho 40 anni e nel 2006 ho subito una quadrantecnomia per tumore al seno, ho percepito un indennità al 75% fino a gennaio 2011 dopodichè a novembre son stata chiamata a visita di revisione; vorrei sapere se ho ancora diritto a tale indennità visto che sono ancora in terapia farmacologica con controlli semestrali.

La sola presenza di una terapia in corso può non incidere sul giudizio della commissione. Comunque a breve dovrebbe ricevere il verbale definitivo della commissione medica.

avv. Gianluigi Moise

Come mai l'INPS non paga tutti i giorni di malattia se si tratta di terapia salvavita. Il datore di lavoro deve farsi carico dei primi tre giorni di malattia anche in questo caso, tra un ciclo e l'altro io continuo a lavorare (12 cicli)?
Mi chiedo come mai è preferibile mettersi in malattia dal primo giorno di chemio anche se lavorare è terapeutico se si svolgono mansioni leggere come nel mio caso, sono impiegata. Rientrando a lavorare ogni volta ripartono i tre giorni per il datore di lavoro che preferirebbe stessi a casa lasciando all'INPS i costi della malattia per terapia salvavita. Che soluzione mi suggerite? devo mettermi in malattia dal primo giorno e sentirmi reclusa dovendo sottostare agli orari per i controlli(parliamo di altri sei mesi o più di chemio che sto già affrontando) o che altro?

La previsione di una terapia salvavita riguarda solamente il conteggio delle assenze per il periodo di comporto, ove il contratto lo preveda, ma non incide sulla copertura dell'indennità di malattia da parte dell'INPS; quindi i primi tre giorni a carico del datore rimangono ed è quest'ultimo che potrebbe avere interesse alla scelta di un periodo di ma

E' possibile continuare a percepire lo stipendio anche dopo un periodo di malattia superiore a 180 gg?
Mi chiamo Federica ed ho 31 anni. Ho scoperto da circa 2 mesi di avere un Linfoma di Hodgkin localizzato al collo e al torace. Ho iniziato la chiemioterapia il 19 dicembre 2011. Parlando con una mia collega che, come me è stata affetta da Linfoma, mi ha riferito che ci sarebbe la possibilità di percepire lo stipendio per intero, anche superati i 180 gg di malattia, come previsto dall'INPS. Mi ha detto che bisognerebbe fare richiesta specifica indicando che si tratta di grave patologia e poi bisognerebbe passare una visita presso l'ufficio igiene. Mi sapreste dare delle informazioni più dettagliate in merito?

La valutazione della grave patologia va effettuata da un medico di una struttura pubblica, abitualmente un medico legale, ma il suo effettivo riconoscimento a fini lavorativi dipende dalla tipologia di contratto appliccato.

Il congedo per malattia ha una durata massima di almeno sei mesi; il periodo può raggiungere anche i 18 mesi ma ciò dipende dal tipo di contratto di lavoro, pubblico o privato, e dal comparto di appartenenza.

il mio datore di lavoro mi può licenziare dopo i 6 mesi di malattia?
il mese prossimo mi scadono i 6 mesi di malattia. Sono malata di tumore alle vie biliari. stò facendo la chemioterapia. Lavoro nel tessile. ho il drenaggio, senza la bile si sparge per il corpo e divento gialla. Lavoro da 16 anni su una macchina dove mi appoggio per lavorare. non c'è possibilita di spostarmi in un altro reparto. Mi può licenziare ?

Il contratto dei tessili garantisce solamente il diritto di porsi in aspettativa non retribuita per un ulteriore periodo di 120 giorni allegando certificazioni mediche a sostegno della domanda, che dovrà essere presentata prima della scadenza dei sei mesi.

E' previsto che chi abbia versato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi 5, possa richiedere, tramite patronato il riconoscimento dell'assegno di invalidità o della pensione di inabilità.

Il periodo massimo di malattia e la possibilità di ottenere ulteriori periodi a retribuzione ridotta o in aspettativa non retribuita dipende da vari fattori: contratto di lavoro, anzianità di servizio, presenza di una grave patologia che richieda terapie salvavita. Normalmente la presenza di una patologia grave garantisce almeno un periodo di conservazione del posto di lavoro pari a 18 mesi.

Il periodo massimo di malattia e la possibilità di ottenere ulteriori periodi a retribuzione ridotta o in aspettativa non retribuita dipende da vari fattori: contratto di lavoro, anzianità di servizio, presenza di una grave patologia che richieda terapie salvavita. Normalmente la presenza di una patologia grave garantisce almeno un periodo di conservazione del posto di lavoro pari a 18 mesi.

Normalmente l'indennità di malattia è a carico totale del datore di lavoro per i primi 3 giorni e, successivamente, a carico parziale dell'INPS, mentre al datore di lavoro spetta la rimanente quota fino a a copertura dello stipendio base.

Sono stata operata 2 volte per neoplasia al seno (maggio ed ottobre), sono in trattamento terapeutico ed ad aprile dovro effettuare la ricostruzione bilaterale del seno.
Mi sono sottoposta a visita INPS recentemente riconosciuta invalida al 100% con TOTALE E PERMANENTE INABILITA' LAVORATIVA (art 2 e 12 della L 118/71), tutto questo per 24 MESI QUINDI SOGGETTA A REVISIONE; (ho fatto anche richiesta di visita per la 104/92 ma non ho ancora ricevuto l'invito) lavoro al videoterminale tutte le 40 ore settimanali, adesso come debbo comportarmi? c'è scritto che debbo andare all'inps per la registrazione, volevo sapere se mi debbo obbligatoriamente licenziare oppure posso continuare a lavorare? sono obbligata a mettere al corrente il datore di lavoro? purtroppo in azienda vi sono delle colleghe e colleghi che sono temporaneamente in cassa integrazione, se facessi valere questa inabilita' verrei licenziata oppure posta nelle categorie protette? e se non lo dichiaro alla ditta a cosa vado incontro?

Egregia signora,

Riabilitazione oncologica e "terapie salvavita"
Gent.mi , Mi permetto di scrivervi scusandomi per “l’intrusione” e sperando che qualche medico competente possa darmi una cordiale, quanto esaustiva risposta ad un problema (serio), molto personale. In data 04/10/07 ho subito un intervento chirurgico per asportazione di neoformazione parzialmente esofitica in corrispondenza della regione inguinale di sinistra. Dall'esame istologico risultò la diagnosi di Dermatofibrosarcoma protuberans. In data 27/10/07 sono stato sottoposto in anestesia generale ad un nuovo intervento chirurgico di ampia radicalizzazione, con escissione in blocco, oltre 2 cm dalla precedente cicatrice di tutto il tessuto fino alla fascia del muscolo obliquo esterno e lungo il funicolo spermatico. Per la presenza di numerosi noduli satelliti, la dissezione fu estesa fino alla vena femorale oltre la radice della coscia. Valutato in seguito dall'Unità di Chirurgia dei Sarcomi e Melanomi dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano dove mi è stato prescritto un follow-up oncologico fino al decimo anno. Allo stato attuale presento cicatrice retraente in corrispondenza della regione inguinale di sinistra, con limitazione funzionale dell'articolazione dell'anca, disestesie urenti della regione del triangolo di Scarpa e segni clinici di stasi linfatica. Ed ecco il problema; dall’ottobre 2007 ad oggi tra degenze post- operatorie, visite varie legate all’intervento, cicli di Linfodrenaggio manuale con elastocompressione etc. etc. , ho superato i 9 mesi di malattia in 3 anni pagabile al 100%, c.d. (comporto). Ora, chiedo a voi da esperti in materia quali siete , alla luce di quanto evidenziato, da malato quale sono,"col rischio di rimanere senza stipendo"; possono i cicli per le terapie di linfodrenaggio e quant'altro, "per me malato oncologico", rientrare tra le terapie se non salvavita, quantomeno “assimilabili alla salvavita” ? Così prevede l’art. 21 C.C.N.L. 94/97 , modificato dall’integrativo C.C.N.L. 1998/2001 , comma 7 bis. comparto ministeri. Grazie ancora, e cordiali saluti

Non ancora risposta...

Cosa fare se il datore non paga la malattia ? C'è qualche legge che tutela i malati oncologici dal licenziamento?
Salve! Scrivo a Voi come associazione perchè non so cosa fare e a chi rivolgermi. Purtroppo circa due anni e mezzo fa a mia madre è stata diagnosticata una neoplasia polmonare (carcinoma polmonare non a piccole cellule) con varie metastasi in sede polmonare e in sede encefalica. Abbiamo da subito iniziato dei cicli di chemioterapia che hanno dato dei risultati più che soddisfacenti vista la gravità della malattia (nel caso di mia madre i medici ci hanno detto da subito che lo scopo delle cure non era la guarigione bensì, purtroppo, impedire alla malattia di avanzare il meno velocemente possibile). Attulamente sta eseguendo anche delle sedute di radioterapia per un ingrossamento della parotide (si pensa derivante dalla neoplasia polmonare). In tutto questo periodo il fisico di mia madre ha retto, oserei dire in maniera miracolosa, alla malattia e alle pesanti cure, tanto da continuare a lavorare e a mantenere lo stile di vita di sempre. Ed è proprio alla questione lavoro che voglio arrivare. Mia madre (che ha 61 anni e a cui è stata riconoscita dall'INPS un'invalidità civile del 100%) è operaia generica nel settore alimentare con un contratto a tempo indeterminato. I giorni di malattia, regolarmente documentati, dovrebbero essere pagati una parte dall'INPS, il resto dal datore di lavoro. Purtroppo il datore di lavoro si rifiuta di pagare la sua quota e così a mia madre va solo la quota dell'INPS. Ad esempio, nel mese di agosto mia madre, per i giorni di malattia fatti, doveva ricevere 635 euro dall'INPS e 420 euro dal datore di lavoro: ed invece ha ricevuto solo la parte di competenza dell' INPS. Io non so che fare: per me questa, oltre ad essere una scandalosa ingiustizia, rappresenta un reato! Vorrei denunciare la ditta ma mia mardre ha paura di perdere il lavoro (che rappresenta il nostro unico reddito): purtroppo viviamo in una realtà omertosa in cui non c'è lavoro e così gli imprenditori si comportano come vogliono. Nella ditta in cui mia madre è assunta il datore di lavoro non ha mai pagato la malattia e mai nessuno, per paura di ritorsioni, ha osato denunciarlo. A questo punto quello che mi chiedo è: nelle sue condizioni (contratto a tempo indeterminato e invalidità civile del 100%), il datore di lavoro la può licenziare ? O c'è qualche legge che può tutelarla? Mia madre ci tiene a mantenere buoni rapporti ma io non sopporto questa situazione: devo elemosinare ciò che mi spetterebbe di diritto!Ho solo tanta rabbia perchè oltre al dolore immenso per quasta malattia terribile che ha colpito mia madre, devo avere a che fare con individui insensibili a tutto ciò oltre che disonesti!

Il datore di lavoro è tenuto a corrispondere l’integrazione dell’indennità di malattia e pertanto compie un illecito se non adempie a questo obbligo;  voglio solo ricordare che tali inadempienze, per essere perseguite, devono essere portate a conoscenza degli ispettori dell’INPS e devono risultare da documenti o testimonianze.

Sono malata di tumore da 6 anni lavoro nella sanità pubblica e non ho l'invalidità, ho diritto a qualche agevolazione sul lavoro
A causa del mio problema mi sento sempre molto stanca quindi avrei bisogno di orari diversi e anche di un tipo di lavoro più leggero. Attendo una vostra gentile risposta

La possibilità di ottenere una riduzione di orario, pari a 2 ore giornaliere, viene concessa solamente con il riconoscimento dello stato di handicap grave ai sensi dell’ art.3, comma 3, della legge 104/1992.

Se c’è uno stato di malattia acuta ed effettivamente la chemioterapia viene fatta in stato di acuzie il lavoratore può farsi rilasciare un certificato di malattia che copra i giorni della chemioterapia ed i giorni necessari per il ripristino delle cosiddette “energie lavorative”.

Chemioterapia e lavoro
Devo sottopormi a un ciclo di chemioterapia prima di affrontare l'intervento chirurgico. I medici mi hanno spiegato che sono cure che si protraggono nel tempo. Riuscirò a conservare il mio posto di lavoro?

La legge 104/1992 tutela i diritti dei lavoratori malati che devono affrontare terapie salvavita. ..Le assenze per effettuare le cure o da ricoverati o in regime di day hospital sono escluse dal computo dei giorni di assenza per malattia normalmente previsti e sono retribuiti interamente.

Invalidità e indennità di accompagnamento
A mio marito, ammalato oncologico da tempo, è stata riconosciuta l'invalidità del 100% e anche l'indennità di accompagnamento in quanto la malattia lo ha reso non autosufficiente. Non è più in grado di lavorare ma non ha raggiunto l'anzianità contributiva per avere diritto alla pensione Io sono casalinga e sono preoccupata per la precarietà della nostra situazione.

Oltre  al riconoscimento dell'invalidità civile (L. 118/1971), Suo marito può usufruire anche dei benefici previsti dalla legge sull'handicap (L. 104/1992), che devono essere richiesti alla ASL di competenza.
Il lavoratore dipendente, autonomo o parasubordinato ha diritto alla pensione di inabilità (L. 222/1984), purché sia in possesso dei seguenti requisiti

Gestire una persona non più autosufficiente
Mio padre è un ammalato oncologico in fase avanzata. A breve sarà dimesso dall'ospedale e dovremo riportarlo a casa,ma ci troviamo decisamente impreparati a gestire una persona non più autosufficiente. Vorrei inoltre sapere come chiedere al mio datore di lavoro di assentarmi per aiutare mia madre ad assisterlo.

Prima delle dimissioni Le consigliamo di chiedere al vostro medico di base l'attivazione dell'ADI (assistenza domiciliare integrata).
In questo caso il servizio di assistenza medica è coordinato con quello socio-assistenziale trattandosi di una situazione complessa.
La legge 104/1992 inoltre stabilisce che, ottenuto il riconoscimento dello stato di "handicap in situazione di gravità" Lei possa usufruire di permessi lavorativi per assistere il suo papà.