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Impegno del Ce.Ri.C.O.T. per la Legge 38

L’associazione Ce.Ri.C.O.T. Onlus che si occupa di dare sostegno e assistenza ai malati di tumore organizza in collaborazione con le Istituzioni la campagna di informazione ai cittadini CU.P.I.DO acronimo di Cura e Previeni il Dolore, realizzata con l’obiettivo di informare la cittadinanza sulla Legge 38 che tutela l’accessibilità delle persone alla terapia del dolore e alle cure palliative.

Il Progetto ha ricevuto il plauso del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia che nel 2011 ha emanato la propria proposta di Legge n. 117-127 sulla tutela dei cittadini friulani che necessitano di terapia del dolore e cure palliative.

L’iniziativa del Ce.Ri.C.O.T. è stata presentata nei primi 6 mesi del 2012 ai Sindaci di Udine, Codroipo e Pozzulo del Friuli che hanno messo a disposizione dei Volontari la piazza più grande della propria città ove è stato montato il gazebo nel quale sono stati accolti da medici, infermieri e volontari i cittadini. In settembre è prevista una edizione a Bertiolo.

Il riscontro delle persone a questa iniziativa che ha permesso ai cittadini di ricevere risposte su i temi della lotta al dolore e sulle cure di fine vita è stato molto buono; la cittadinanza apprezza che di questi temi se ne parli, e notevole è il desiderio di informazione su i centri che curano il dolore in regione, su i metodi farmacologici e non adoperati e sulle cure che tutelano la dignità della persona colpita da una malattia non guaribile ma curabile quale il cancro, l’Alzheimer, la SLA, etc.

Ai cittadini viene consegnato materiale informativo tra cui l’Opuscolo “Guida alla Terapia del Dolore” realizzata dal Ce.Ri.C.O.T. con il sostegno della Provincia di Udine  in italiano e in friulano, ove vengono descritte le caratteristiche che il dolore assume quando diventando cronico e durando mesi assume la connotazione di vera e propria malattia e non più solo sintomo e necessita pertanto di cure appropriate.

Riferimenti di Legge:

Il 15 marzo 2010 è entrata in vigore la legge 38, prima normativa italiana che riconosce il dolore come malattia e regola l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. Questa legge prevede la rilevazione del dolore in cartella clinica, la creazione di reti per le cure palliative e la terapia del dolore, il riconoscimento del dolore pediatrico, la semplificazione della prescrizione  degli oppiacei.

La legge 38 “obbliga” il medico a prendersi cura del dolore e facilita la prescrizione dei farmaci per il dolore quale gli oppiacei, cercando di rimuovere le barriere burocratiche  che sono di ostacolo all’impiego di questi farmaci e che causano un abuso di farmaci antinfiammatori.  Secondo i dati trasmessi dal recente studio Pain in Europe il dolore cronico si configura come una vera e propria sindrome che affligge 1 italiano su 5 (36%) con punte del 40% tra gli anziani e del 49% tra le donne.

Forse due anni non sono un tempo sufficiente per tirare le somme sul quelle che sono le percezioni e e la conoscenza dei cittadini italiani sulla Legge 38. Probabilmente si sta radicando anche in Italia una nuova cultura di “affrontare il dolore”, anche se l’informazione è ancora poco adeguata e permangono difficoltà oggettive nell’applicazione della legge.

Passando al tema delle cure palliative una indagine demoscopia svolta dall’istituto IPSOS nel corso 2008  metteva in luce una conoscenza da parte del cittadino su i diritti alle cure di fine vita  ancora parziale dell’argomento.

ARTICOLO MESSAGGERO VENETO

19 maggio 2012 - Udine, "Il dolore è una malattia". I volontari vanno in piazza

Sabato in San Giacomo il Ce.Ri.C.O.T. sottoporrà i cittadini a questionari anonimi. Cifre record per tumori e malattie osteopatiche, ma certe terapie sono poco note.

Il progetto si chiama Cupido, acronimo di “Cura, previeni il dolore”, ma il gioco di parole con il dio dell’amore non è ovviamente casuale.

La mission del progetto è in fondo quella di curare una vera malattia: il dolore. E dare chances, ridando spazio anche all’amore, a chi è affetto da patologie croniche e dolorose: tumori, osteopatie, patologie degenerative varie o situazioni di fine vita. E proprio per portare avanti questo progetto, voluto a livello nazionale dal Ministero dopo l’approvazione della legge 38 del 2010, e arrivato anche a Udine (città scelta con altre 14), i volontari del Ce.Ri.C.O.T. (Centro ricerche cure oncologiche territoriali) “invaderanno” piazza San Giacomo sabato mattina per sensibilizzare la popolazione, anche con un questionario, su un argomento che purtroppo può toccare, o già tocca, ciascuno di noi, direttamente o indirettamente.

Le cifre delle malattie tumorali sono esplicative di quanto la terapia del dolore e il servizio cure palliative siano importanti. Gli ultimi dati elaborati dal registro dei tumori parlano per il Friuli Venezia Giulia di 11mila nuovi casi all’anno. I decessi annui sono arrivati invece a oltre quota 5.400, mentre i lungosopravviventi, anche loro bisognosi di terapie ad hoc, sono oltre 58 mila.

«Sia che si parli di tumore sia che si tratti di altre malattie - spiega la coordinatrice dei volontari del Ce.Ri.C.O.T. Ombretta Reggio - tutti noi dobbiamo ricordarci che il dolore in molti casi non è più un sintomo ma una vera malattia a sè stante. E come tale può e deve essere curata».

Con l’approvazione della legge 38 del 2010 sulla terapia del dolore e le cure palliative come diritto di ogni cittadino, anche l’approccio e la disponibilità di certi medici sono un po’ cambiati. E la stessa collaborazione già buona tra Ass 4 (dove opera da tempo un vero e proprio centro ad hoc), medici di base, ambulatori, strutture e famiglie è notevolmente cresciuta.

«Queste realtà, a iniziare dal servizio Ass, fanno tantissimo. Ma può essere fatto molto di più - aggiunge un altro volontario Ce.Ri.C.O.T., Giorgio Nasazio - soprattutto a livello di sensibilizzazione della gente. Purtroppo molti, troppi, ancora credono che il dolore sia ineludibile».

In piazza sabato, oltre ai volontari, ci saranno anche i medici del servizio dell’Ass4, oltre ad alcuni rappresentanti del servizio di base, come il dottor Gioacchino Li Volsi.

«Il dolore è una situazione estrema che nessuno merita - spiega -. Ma a volte anche i pazienti affetti da gravi osteopatie ancora preferiscono un anti-infiammatorio, anche se inutile. Sentir parlare di oppiacei magari può spaventare. Anche se ovviamente parliamo di farmaci con dosi controllate. Dall’entrata in vigore della legge del 2010 l’uso di questi medicinali è notevolmente cresciuta».

(Fonte Messaggero Veneto)

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